Davanti al Re

di Ileana

Sotto lo sguardo di Cristo

“Il tuo libro mi ha molto colpito. Vorrei pregare con te”.

Questo messaggio è stato scritto dall’arcivescovo Mario Delpini, ed è stato recapitato a don Vincent Nagle, autore del libro intitolato “Davanti al Re”. Così lunedì 27 maggio, presso la Chiesa di San Carlo alla Ca’ Granda a Milano dove don Vincent vive, l’arcivescovo ha presieduto la Santa Messa e l’Adorazione eucaristica, e poi ha dialogato con lui. Durante l’Adorazione don Vincent aveva offerto una riflessione di cui restano impressi nella memoria alcuni passi: “Non siamo qui per caso… Tutto quello che è successo prima, poteva non accadere… ma ora siamo qui, pieni di stupore. Siamo qui, davanti all’unica presenza di misericordia che può salvare il mondo… La Sua Presenza dice: “Sono qui per te”. Quando la riconosciamo, la presenza di Cristo cambia tutto… Sei qui per me, per noi, non farci andar via.” Don Vincent Nagle è un prete della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo, ordinato nel 1992. Nato nel 1958 a San Francisco in California, si è laureato in Sociologia e in Teologia Sistematica. Ha insegnato in Marocco e in Arabia Saudita e ha lavorato presso il Patriarcato Latino di Gerusalemme. Dal 2015 lavora a Milano come cappellano presso la Fondazione Maddalena Grassi, che cura persone gravemente malate. Dopo l’Adorazione, l’arcivescovo Delpini ha sottolineato come la lettura del libro “Davanti al Re”, gli sia stata utile: le meditazioni raccolte nel libro sono ricche di fatti in cui “don Vincent ha saputo riconoscere la presenza del Signore. … A volte di fronte al soffrire siamo disarmati. Don Vincent entra nell’esperienza del soffrire con una parola di speranza.”


DAVANTI AL RE. Sotto lo sguardo di Cristo (Autore Vincent Nagle, ed. ARES)

Nel libro racconta di una donna profondamente segnata da esperienze negative, che gli dice: “La mia è una vita completamente inutile”. Dato che stava soffrendo molto, don Vincent le offre solo la sua presenza, ma poi scrive: “L’inutilità, l’esperienza di essere diventati inefficienti, rappresentano l’occasione più grande di condividere la testimonianza di Gesù Cristo… è Cristo qui presente che ci riconduce alla sola, reale, utilità dell’esistenza.” Di fronte ai malati occorre “ammettere che tu hai paura, che lo stato dell’altro ti provoca angoscia, anche se gli vuoi bene. Ma poi devi avere una ipotesi positiva. Io l’ho incontrata: Gesù Cristo è la verità di ogni uomo … Non posso andare di fronte a chi soffre con delle risposte. Devo essere debole anch’io, e domandare che Cristo si faccia vedere: «Ma dove sei Tu? Vieni!». E Dio viene.” Lo vediamo all’opera, Lo riconosciamo in una umanità che cambia. Con Cristo tutto diventa positivo, sempre. Anche nella malattia, anche nell’ingiustizia, anche nel lager: “Ogni cosa diventa a tuo favore, per un amore eterno, tutto per te! … L’uomo non vive se non percepisce il riconoscimento dell’Infinito che si prospetta davanti a lui dentro il particolare di ogni circostanza. La grande scuola per imparare a vivere con questo desiderio è l’Adorazione eucaristica.”

L’Arcivescovo di Milano presiede la Santa Messa e dialoga con Don Vincent Nagle sul suo nuovo libro