La festa dell’Esaltazione della Croce

“Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me”


La Chiesa cattolica celebra la festività liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre, anniversario del ritrovamento della vera Croce da parte di sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino. Ma storicamente questo è il giorno della dedicazione delle due basiliche costantiniane, il Martyrion e l’Anastasis, costruite nella prima metà del IV secolo tra il Golgota e il sepolcro di Gesù. Si può riconoscere l’origine della festa dell’esaltazione della Croce nel culto delle prime comunità cristiane a Gerusalemme dove, come si può leggere nel diario della pellegrina Eteria (sec. IV), il Venerdì Santo si adorava solennemente la Santa Croce. La reliquia del sacro legno, sarebbe stata ritrovata a Gerusalemme nell’anno 327-328 dalla madre dell’imperatore romano Costantino I, Sant’Elena. La donna, arrivando in quel luogo, cominciò a pregare e a supplicare Dio di esaudire i suoi voti. Finalmente un giorno individuò il punto esatto dove la Santa Croce era sepolta. Fece scavare lì, fino a quando comparve una tavola. Era l’“elogium” scritto da Pilato, la tavola appesa alla croce che indicava il motivo della condanna a morte del Nazareno. Mentre la donna baciava piangendo il “titolum”, i muratori riuscirono a estrarre dalla terra anche tre croci, e gli elogi dei due ladroni. Ma sorgeva un problema: quale delle tre croci era quella del figlio di Dio? E, così, come ci dice lo storico Rufino nella sua monumentale “Historia Ecclesiastica”, avvenne che il Vescovo di Gerusalemme, Macario, ebbe un’intuizione per sciogliere l’enigma. Fece portare le tre croci a casa di una donna malata da tempo, e pronunciò questa preghiera: “Signore, tu che hai concesso la salute al genere umano, per la morte di croce del Figlio Tuo Unigenito, e che hai ispirato alla tua serva Elena di cercare il legno beato dove fu sospesa la nostra salvezza, indicaci con evidenza quale delle tre croci che sono qui, servì per la gloria divina, e quali furono supplizio dei malfattori. Fa che questa donna, che giace sul letto malata, al tocco del legno santo, sorga subito dalla morte imminente, alla vita”. Dopo aver toccato la donna con la prima e la seconda croce senza nessun risultato, al tocco della terza croce, la donna guarì subito, alzandosi dal letto e glorificando il Signore. Molti dei frammenti della Croce sono sparsi nel mondo e il più importante si trova a Roma, nella Basilica della Santa Croce in Gerusalemme. La festa, già nella sua denominazione, aiuta a ricordare che l’eternità nella gloria e la salvezza del genere umano passano dalla croce, attraverso cui Nostro Signore ha vinto il peccato e la morte, contro ogni aspettativa del mondo. “Ave, o croce, unica speranza!”, canta perciò la Chiesa nella liturgia, dando seguito all’insegnamento lasciato da Gesù nel suo apostolato terreno, prima ancora di vivere i dolori della Passione: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 16, 24-25).