Carlo Acutis

Icona dipinta da Mara Zanette

Sintonizziamoci sulla figura di Carlo Acutis e sulla traccia indelebile che ha ha permeato coloro che hanno incrociato la sua strada. Quale messaggio straordinario ha offerto alla nostra frenetica esistenza un ragazzo di soli 15 anni, nel corso della sua breve esistenza, tanto da essere proposto alla canonizzazione di santo? Lui che rifuggiva di primeggiare. Ha le medesime preferenze dei coetanei: ama i cartoni animati e crescendo i film, come il gioco e i giochi; gli piacciono gli animali; è un ragazzo affettuoso coi genitori e gli piace trascorrere il tempo coi nonni. Studia, viaggia, intesse amicizie; niente e nessuno esclude dalla sua quotidianità e dalla sua vita. Lui si lascia affiancare da un amico speciale: Gesù. Sceglie di seguirlo spontaneamente; lo sceglie come punto di riferimento e testimonia i suoi valori andando contro la mentalità imperante nell’ambiente, sì cristiano, ma anche fatto di estrema agiatezza che facilmente trascina e smarrisce solo nell’effimero. Sacrificio, umiltà, coerenza per mantenersi nell’amicizia con Gesù; è un motivo di santità. La vita di Carlo è interamente eucaristica. Il tempo che trascorre in preghiera davanti all’Eucaristia è per Carlo una scuola d’amore. Prega per ricambiare la dilezione di Dio di aver voluto rimanere accanto alle sue creature; prega per ché Dio lo accolga come servitore utile ai fratelli; prega perché le anime si ricongiungano a Dio; prega per riparare le offese compiute contro l’amore di Dio; prega così: “Piaghe di Gesù, bocche di amore e di misericordia per noi, parlate di noi al Divin Padre e otteneteci un’intima trasformazione”. Si comunica assiduamente e pur stimato dai compagni, talvolta è preso in giro per la sua devozione. Carlo per Gesù sfida le critiche, gli scherni, le abitudini della maggioranza, l’opinione comune; è un motivo di santità. Carlo è un bravo ragazzo come tanti, ma né una fotocopia, né un alieno. Carlo viveva soprattutto la gioia dell’appartenenza all’amore di Dio. La sua capacità di vivere rivolto alla vita che non tramonta, considerarsi prima di tutto cittadino del Cielo, fanno di lui un testimone dell’eternità. Nella sua giovane età Carlo ha compreso che occorre mettere in pratica l’invito che si ascolta durante la messa: “In alto i nostri cuori, sono rivolti al Signore”, che significa sollevare lo sguardo per riconoscere la vita guidata da Colui che ci ama senza riserve. Cercato da tanti piccoli e giovani per la sua geniale predisposizione per l’informatica, nel suo consueto svolgersi quotidiano non perde occasione per fare evangelizzazione e catechesi: ha la capacità di rendere accessibili a tutti, con un linguaggio semplice la fede, la speranza, i misteri della salvezza, le verità di Dio. Il cammino con Gesù è per lui la risposta alla richiesta di Dio di vivere in santità; sente la santità come un impegno, un dovere, un desiderio che deve realizzare per ricambiare l’amore di Dio. Tutti coloro che l’hanno conosciuto, sono concordi nel ritenere che Carlo è stato un autentico testimone di Gesù, un annunciatore del Vangelo, illuminante, incoraggiatore a frequentare la Messa; un ragazzino pieno di qualità che va a messa tutti i giorni non si vede spesso; è un motivo di santità. La caratteristica di lasciarsi plasmare dallo Spirito gli ha permesso di guardare verso orizzonti elevati senza però perdere il contatto con la terra. Aiuta i bisognosi, senza distinzioni: l’espansività e la disponibilità a servizio dell’annuncio di Gesù. Offre al prossimo ciò che il Padre gli ha donato, abilità ed intelligenza, affinché tanti diventino amici di Gesù che trovino in Lui il senso della vita, su questa terra e nella vita eterna. Questa consapevolezza dei doni di Dio a servizio degli altri è un motivo di santità. Penso che incontrerei l’assenso di Carlo stesso affermando che ogni onorificenza non eguaglierebbe l’estasi che gli procurano tutti i momenti in preghiera in cui riversa tutto ciò che gli è più caro.